lunedì 31 dicembre 2007

Auguri di un sereno anno nuovo

Ad Maiora

venerdì 28 dicembre 2007

C'eravamo tanti ama(n)ti

La stampa spagnola rivela che nella penisola iberica prende piede la convivenza ufficiale di coppie multiple. Addio alla triste monogamia, ai tragicomici espedienti per vedere le amanti, ai tradimenti ad ora di pranzo. Insomma, addio alla famiglia.
E capita anche questo. Capita che ad un certo punto tutto è relativo. I valori sono messi in discussione come l'operato di un arbitro in campo. Tutto è lecito e nulla è obbligatorio.
E la Chiesa se ne sta in un cantuccio a ripassare vecchi messali, a riscoprire il senso della cattolicità (universalità) nel suo contrario.
Quanto si fa oggi per la pastorale familiare?

giovedì 27 dicembre 2007

Il Cantafiabe dirà...

Quando ero piccino ricordo che uno dei momenti di assoluta magia consisteva nell'ascolto delle fiabe in audiocassetta. Erano attimi di libertà che conservavano la sacralità grazie all'attenta ricerca di silenzio, prerogativa fondamentale per un sereno ascolto.
Mentre le due rotelline del nastro correvano al di là dello sportellino trasparente dello stereo, la mente costruiva luoghi, persone e situazioni. Si era in grado anche di continuare la storia al di là di quel nastro magnetico. Immaginare aiutava a pensare. Un foglio di carta poteva raccogliere le immagini ed i colori. Oppure era il cuscino, fresco e profumato, nei giorni di pigrizia, ad assorbire i sogni e le altre mille storie di quella storia.
Anche stasera, tra nostalgia e magia, a mille ce n'è nel mio cuore di fiabe da narrar.

E vissero tutti felici e scontenti

Per il primo ministro Romano Prodi il Belpaese si è rimesso a camminare. Oggi è stato presentato alla stampa il resoconto delle attività di Governo per il 2007. Cosa possiamo dire? Alla fine siamo tutti felici e scontenti.
Da un lato ci spaventa ancora l'orco Berlusconi, per alcuni vero antipolitico italiano (Grillo... solo un cantore stagionale), dall'altro ci infastidiscono i tafferugli verbali dell'attuale maggioranza. Che il Paese progredisca nei numeri poco importa. Attorno si percepisce un comune malcontento ma soprattutto, causa di tutti i mali, un subdolo disinteresse per la gestione della "Cosa Pubblica".
In realtà qualcosa è venuto a mancare. Nella nostra epoca si è passati, in modo immediato e traumatico, da una cultura di processo ad una cultura di risultato. Saltando dei passaggi, sintetizzando, abbiamo gradualmente perso la capacità di analizzare. Il prossimo passo sarà dal pensiero all'immaginazione

mercoledì 26 dicembre 2007

Il cristiano raztingeriano e le 99 pecore

La Chiesa cattolica ha avviato, già con Giovanni Paolo II, un percorso che mira a riprendere e rafforzare un'identità "perduta". In questo lavoro, inquietante per certi versi, il laico si pone il problema non di una religiosità critica nei confronti del "resto" ma di una sana critica della stessa religiosità.
L'affannata ricerca della identità "perduta" fa scattare irrimediabilmente la sindrome della difesa. In un tempo che favorisce, attraverso le nuove piazze mediatiche, un relativismo schizofrenico, il nuovo-vecchio cristiano ratzingeriano brilla, si aggrappa e, successivamente, si rifugia al monte dei "giusti", con un approccio al mondo tipico del neo convertito. Il giusto prega in latino e legge le encicliche. La sua dimora, il monte dei giusti, allontana e attrae ma di rado apre al dialogo. E così meglio conservare all'ovile la pecorella giusta che andare a cercare le novantanove che si sono perdute.

Tutte e troppe le parole dette

Parliamo tanto. Più del dovuto. Forse sarebbe il caso di prendere in considerazione il fatto che non parliamo assai perché siamo nervosi, ma siamo nervosi perché parliamo assai.
Di nervosismo in giro ne troviamo parecchio anche quando non lo cerchiamo. Non ne abbiamo bisogno eppure è lì dietro ad attenderci. Noi, sottomessi ai vizi della carne, ce ne assumiamo la paternità.
In Sicilia c'è un santo (nel senso di assoluto) proverbio che recita: la miglior parola è quella non detta.

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