Quando ero piccino ricordo che uno dei momenti di assoluta magia consisteva nell'ascolto delle fiabe in audiocassetta. Erano attimi di libertà che conservavano la sacralità grazie all'attenta ricerca di silenzio, prerogativa fondamentale per un sereno ascolto.
Mentre le due rotelline del nastro correvano al di là dello sportellino trasparente dello stereo, la mente costruiva luoghi, persone e situazioni. Si era in grado anche di continuare la storia al di là di quel nastro magnetico. Immaginare aiutava a pensare. Un foglio di carta poteva raccogliere le immagini ed i colori. Oppure era il cuscino, fresco e profumato, nei giorni di pigrizia, ad assorbire i sogni e le altre mille storie di quella storia.
Anche stasera, tra nostalgia e magia, a mille ce n'è nel mio cuore di fiabe da narrar.
giovedì 27 dicembre 2007
Il Cantafiabe dirà...
Scritto da Fernando Luce intorno alle 22:06
Etichette: fiabe sonore, ricordi
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6 commenti:
La prossima volta raccontaci una storia...
favole, favole...
Le favole hanno causato tanti danni all'immaginario collettivo
La storia infinita non ha nessun paragone.
Io faccio felicemente parte dei sognatori che seguivano la voce ammaliante del Cantafiabe...e non credo abbia fatto danni quanti la televisione...almeno ad ascoltare fiabe il cervello lavorava! Manu
molto intiresno, grazie
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